sabato 26 gennaio 2013

Auguri Luce del mia vita


Luce della mia vita 7 anni fa in questi momenti stavi per nascere.
Era un giovedì piovoso.... e tu hai voluto per forza nascere con 15 giorni circa d'anticipo....
Io che avevo programmato tutto, prenotato l'albergo... perchè volevo partorire in acqua all'ospedale di Vipiteno.. tu invece hai voluto nascere nel buon vino friulano!!!!
Mi sembra ieri o meglio, visto i miei acciacchi di oggi , mi sembra di rivivere gli stessi momenti.
Sono stati 7 anni ricchi di emozioni, di fantastiche gioie, e anche di qualche lacrima come quelle di queste ore.
Ma che ci vuoi fare? forse ora sia io che te impareremo ad usare le cinture di sicurezza di auto!
Così visto che la più  malconcia sono io, evitiamo di vedere ospedali e sale operatorie per un po'. Oggi ho firmato la libera uscita per abbracciarti per coccolarti per stringerti a me, ma alla fine sono sul divano con tanti cuscini...

Ti auguro tutta la serenità del mondo.
Ti auguro di crescere circondata d'amore, come tutti noi di inondiamo quotidianamente.
Mi auguro di vederti crescere sempre con un sorriso
Ti amo amore mio.....
Buon compleanno luce della mia vita!!!!!


    Questo blog non costituisce una testata giornalistica. Non ha carattere periodico ed è aggiornato secondo la disponibilità e la reperibilità dei materiali. Pertanto non può essere considerato in alcun modo un prodotto editoriale ai sensi della Legge. n. 62 del 2001.

    Tutti i diritti relativi a fotografie, testi e immagini presenti su questo blog sono di nostra esclusiva proprietà (Lara Elsabetta Belgrado Barzan ) o acquistati/scaricati da siti autorizzati, come da copyright inserito. Nessuno è autorizzato all'utilizzo di alcuna foto o del testo, esso sia parziale o totale in siti o in spazi non espressamente scritti autorizzati da noi.( 
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giovedì 24 gennaio 2013

14 febbraio ..per non cadere nella banalità.





Il 14 febbraio si avvicina. Le vetrine dei negozi iniziano a impreziosirsi di cuoricini e oggettistica varia.
Anche noi in cucina non scherziamo. 
Menù, candele, la musica giusta , tutto deve essere meravigliosamente romantico per la notte degli innamorati.
La situazione mi fa sorridere, perchè, sembra, che se non sei romantico in questo specifico giorno, sei tagliato fuori tra le persone innamorate considerate normali.

La cena comunque ti porta a studiare sempre dei piatti dove il fattore afrodisiaco è presente.
Una cosa a cui fare molta attenzione e la scelta dei cibi ...che non deve essere un trattato di camasutra ...quando parliamo di cibi afrodisiaci non parliamo certamente di alimenti erotici che ti portono subito con il pensiero al porno . Per capirci è molto più erotico e seducente un abito da sera lungo ed elegante che una minigonna ascellare paiettata!

Un' altra cosa che eviterei per questo 2013, che deve essere un   anno fortissimo  per tutti, è la banalità di alcuni alimenti afrodisiaci in cucina. 
Basta Ostriche che vi servono solo a ricordare com'è fatto l'organo genitale femminile! sfido chiunque che mi dica che realmente mangia le ostriche quella sera perchè  gli piacciono .

Ritornate bambini!!!! Godetevi ogni momento della vostra cena , senza pensare al dopo , quello viene da se è sarà tanto bello, quanto voi siete stati voi stessi.

Invece di pensare ad uno spaghettino tutto figo con scampi e caviale..provate e sedurre la persona che volete vostra con un bel cacciucco o con un arrostino con quel sughetto da leccarsi le dita....o il pezzo di pane da intingere nella zuppetta... Oddio e il galateo?!?! poi penseranno che siamo degli zoticoni?!?! ma chi se ne frega!!! godetevi la serata con il vostro uomo o donna, con quello che più vi piace... con tutti quei piatti che hanno il bisogno dell'uso delle mani portate alla bocca e giocate anche a tavola, come poi fate a letto..giocate, giocate e ancora giocate. 

Ritornate bambini per una sera...dimenticatevi della posateria in argento... usate le mani... lasciate stare i bicchieri a stelo lungo ..prendete due bei bicchieri comodi e facili da tenere in mano e scegliete il vino che più vi piace...lasciate stare le etichette...

e per finire non cadete nella banalità di un dolce tutto figo a base di fragole e cioccolata..tutto sorpassato. 
Tutto quello che è zucchero volante...creme...chantilly..è lecito! E' carnevale quindi via a tutte le fritelle ripiene di creme ...o un bel bombolone alla crema...
non ripetetemi la frase non è elegante, perchè io vi rispondo e chi se ne frega ! è una cena a due non è un trattato di bon ton...lasciatevi sedurre ..lasciatevi andare..lasciatevi conquistare dai profumi e dai giochi che purtroppo con il crescere si dimenticano.


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mercoledì 23 gennaio 2013

Il profumo proibito delle spezie ma non solo...


    Amo viaggiare, sia fisicamente, sia mentalmente quando leggo un libro. 




    Più un libro mi appassiona più mi immedesimo fra le righe dei vari personaggi. 
    Più un luogo mi affascina,


     più mi viene la voglia di andare a scoprire quelle viuzze cariche di odori e profumi che caratterizzano il luogo dove mi trovo.
    Annuso tutto quello che è possibile.


    Il profumo più inebriante è quello dei bambini piccoli....sanno da biscotto..da burro..da tutte quelle cose che ti fanno perdere la testa.


    Le spezie ad esempio sono affascinanti...sono afrodisiache .... sono uniche.
    La prima volta che sono stata in un paese arabo sono stata rapita dai vari Suk , da quello  più semplice di Tunisi ( avevo 11 anni quando ci sono stata la prima volta) a quello di Marrakech.... visto e vissuto con la gente del posto....è magia allo stato puro!



    Ma, nella vita di tutti i giorni un profumo ..un odore lo trovi anche sfogliando le pagine di un libro che può già rapirti per portarti in paesi lontani già a partire dal titolo.


unico il libro..ma 2 copertine diverse ..sempre edito dalla Garzanti..



    Una tenera amicizia che diventa un innocente ed impossibile amore, una passione capace di sfidare il tempo in contrasto alla barbarie della guerra e al razzismo diffuso, sono ben descritti da Jamie Ford nel suo romanzo “Il gusto proibito dello zenzero”  Henry Lee e Keiko Okabe hanno entrambi 12 anni, lui è cinese e proviene dal quartiere di Chinatown, lei giapponese di seconda generazione “gli zigomi delicati, la pelle perfetta e liscia“, abita nel quartiere nipponico di Nihonmachi.
    Nella Seattle del 1942, un anno dopo Pearl Harbour, dove la popolazione giapponese viene considerata nemica, i due ragazzini stringono un’amicizia speciale a dispetto di tutto e di tutti in un’epoca difficile della storia americana.
    Entrambi osteggiati alla Rainier, la scuola per bianchi che frequentano, forse anche perché costretti a subire le stesse imposizioni e angherie, nel corso del tempo l’amicizia si trasforma in amore, il primo amore, quello che si ricorda per tutta la vita. Mentre Keiko e la propria famiglia sono internati nel campo di concentramento di Camp Harmony, nel quale tutti i cittadini americani di origine giapponese vengono rinchiusi in base al Decreto Pubblico n.1 emanato dal governo, Henry cerca in ogni modo di lenire le sofferenze fisiche e psicologiche che la famiglia Okabe è costretta a subire.
    Jamie Ford, per metà cinese, scrivendo “Hotel on the Corner of Bitter and Sweetromanzo d’esordio che ha rapidamente scalato le classifiche di vendita mondiali, ha attinto ai ricordi del padre mancato prima della stesura del libro. Anche ad Henry come al padre dello scrittore veniva imposto di uscire con un distintivo appuntato sul petto con la scritta io sono cinese. Allo scrittore va il merito di aver riportato alla luce un episodio vergognoso della recente storia americana, tenuto nascosto per anni anche dalla comunità nipponica che non amava essere associata a chi aveva attaccato gli USA. Lo stile dell’autore è semplice e lineare, la trama assolutamente convincente, il libro è diviso in capitoli che si alternano tra passato e presente. Dal ‘42 dove viene narrata l’infanzia difficile di Henry e il suo rapporto con Keiko, si passa al presente del 1986 nel quale un adulto Henry, vedovo di recente e con un unico figlio Marty prossimo alla laurea, vaga per la città alla ricerca dello spirito perduto del suo primo amore.
    L’Hotel Panama “un luogo sospeso tra due mondi…“, albergo in disuso che raccoglie nel suo scantinato brandelli di vita delle famiglie giapponesi internate nei “campi di rilocalizzazione per il periodo bellico” rappresenta il “trait d’union” tra le due epoche, la memoria della loro storia d’amore e il luogo nel quale tutto è iniziato e dove tutto può finire. Nella Seattle, Emerald City patria del jazz ricostruita perfettamente in ogni suo dettaglio i giovanissimi innamorati provano l’ebrezza dello zenzero giamaicano assaggiato nel mitico Black Elks Jazz Club dove si esibisce il proprietario Oscar Holden realmente esistito, e dove suona il grande amico di Henry, Sheldon Thomas raffinato jazzista di colore, per il giovane una sorta di guida spirituale. Ben tratteggiata è inoltre la figura della Signora Beatty, con le sue luci e le sue ombre. Ma forse in realtà sono gli oggetti i veri protagonisti del libro come il parasole giapponese “di bambù, rosso e bianco, con un disegno arancione raffigurante una carpa koi, simile a un gigantesco pesciolino rosso” appartenente a Keiko e il disco a 78 giri di Oscar Holden The Alley Cat Strut che racchiude una promessa.
    Ne Il gusto proibito dello zenzero” passato e presente si rincorrono, si intrecciano, si danno la mano in un incastro perfetto di accurata ricostruzione d’epoca, verità e finzione, dramma, disperazione, tenacia e romanticismo. Ma su tutto prevale l’indimenticabile storia d’amore di Henry e Keiko più forte di ogni pregiudizio paterno o odio razziale che fa di questo romanzo l’ideale regalo da donare alla persona alla quale si vuole bene per festeggiare il 14 Febbraio festa di San Valentino, giorno dedicato a tutti coloro che amano e sono riamati.

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venerdì 18 gennaio 2013

Fa proprio freschetto


E' proprio fresco questa mattina! Il sole oramai ha fatto capolino e sembrerebbe che non ci sono nubi
 all 'orizzonte. Tutte le montagne attorno a noi sono imbiancate, e io sono in attesa che arrivi il rappresentante  della TIM prima che m'incavoli del tutto con soluzione azienda della telecom. Tutto questo guardando sempre con un sorriso la pubblicità di Impresa semplice di telecom italia...l'azienda nostra italiana che pensa a noi piccoli commercianti, artigiani, imprenditori , liberi professionisti, sempre disposti ad essere ascoltati come attori principali della nostra economia.

Cosa bolle in pentola in Hosteria? Oggi Baccalà alla vicentina con polentina,




 e per ricordarci anche delle tradizioni dei nostri contadini, involtini di verza con riso



e salsiccia e puntine di maiale con polenta, verze e patate..



giovedì 17 gennaio 2013

Anno nuovo, menu nuovo




Molte sono le novità per questo 2013, che si presenta ricco con tante novità.
Guardando dal bancone della cucina si percepisce il fruscio delle divise di Lara e Maurizio, che si muovono con la solita grazia tra forni, fornelli e fogli di carta che svolazzano vicino la bilancia.
 Da qualche giorno, nella cucina creativa " di Lara  e Maurizio, sono in corso lo studio e la preparazione dei  piatti del nuovo menu invernale, non solo dell’ Hosteria dei Golosi, ma anche della nuova avventura che inizierà fra qualche mese.
Con questa sera L’Hosteria dei golosi, si presenta  al pubblico con la nuova collezione di piatti ispirati ai grandi pittori che con la loro genialità hanno saputo immortalare la loro anima, noi cercheremo di farvi scoprire la  profondità dei sapori. Iniziate la vostra esperienza assaggiando il nuovo piatto di crudo di pesce oppure il nostro pane sfornato da Maurizio,che con  la tripla lievitazione  vi stupirà per la sua incredibile leggerezza.
A mezzo giorno , l’hosteria dei golosi, si trasforma in un vero è proprio  il bistrot che vi accompagna dalla colazione sino al momento della cena facendovi gustare i nuovi piatti invernali come la lasagnetta vegetariana, le seppie in nero con cioccolato e polentina , oppure la guancetta di manzo brasata con crema sedano rapa
E non dimenticate che siamo vicini a Carnevale e San Valentino: venite a curiosare nel nostro negozio Abbiamo  delle nuove sfiziosità studiate per solleticare il palato più esigente. Potrete portarvi a casa ogni delizia oppure prenotare l’evento della serata nel nostro ristorante. Buon appetito! 

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sabato 12 gennaio 2013

Chef


Due sono i motivi che mi hanno portato a guardare questo film.... il 1° è che domenica porteremo i 3 pargoli al cinema.... 3 ore di cartoni animati e quindi dovevo prepararmi psicologicamente ....il secondo, e più veritiero come scusa, è la voglia di ridere del mio lavoro in una città che visiterò fra qualche mese.
Ci sono 2 grandi attori Jean Reno e Michael Youn. Il film è stato diretto dal regista Daniel Cohen 
All'inizio il film me lo sentivo proprio mio, sembrava di vivere le scene come nella  mia quotidianità. Il giovane Jaky Bonnot ( MIchael Youn) è uno chef nell'animo. Rappresenta la vera figura del cuoco, dove la padronanza della materia prima e la sua trasformazione fanno parte del suo dna. 
I suoi gusti sono molti raffinati, ma, la realtà ristorativa di Parigi lo trova a lavorare nelle classiche taverne parigine o nei vari bistrot, dove il targhet delle persone è quello del panino con patatine fritte
La collezione dei licenziamenti è sempre più ampia, sino a quando per doveri da futuro padre non accetta di andare a fare l'imbianchino presso la casa di riposo.
Il cibo, la cucina è la sua droga per cui fin da subito s'intromette nelle ricette e quindi nei piatti dei nonnetti della casa di riposo.
In una delle sue perfomance quotidiane il buon Jaky incontra Alexandre Lagarde, famosissimo chef in crisi di identità culinaria che si trova nella situazione di perdere le sue storiche stelle Michelin se non trova di nuovo quello che io chiamo cibo mentale...ossia l'ispirazione!!
Il fiato sul collo, di un giovane incapace logorroico e figlio di papà, imprenditore, che minaccia di portargli via il suo ristorante, fa in modo che il grande chef Lagarde offra a Jacky l'opportunità di lavorare al suo fianco, ma non per le sue capacità culinarie ma per aver la certezza di non perdere una forchetta d'oro.
Uniti dalla passione per le ricette della tradizione francese affronteranno la sfida con le nuove tecniche di cucina molecolare per salvare l'onore e la gestione del ristorante più famoso di Parigi. 
Gli argomenti per un film non banale c'erano tutti. Anche con il piacere di parlare della cucina molecolare che tutti ne vogliono parlare poi nessuno lo fa seriamente. Invece, il risultato è stato offuscato dalla mancanza alla fine del contenuto.
Sono stati 85 minuti vuoti..... solleticati dalla buona colonna sonora musicale diretta dal nostro bravo Nicola Piovani.
Sembrava in alcuni momenti di vivere quei rapporti logorroici tra due donne di cui una 
frustata della vita perchè non riesce a combinare nulla di buono dicide di rendere la vita un incubo alla rivale storica felice, appagata nella società e nella professione.
Se il regista s'impegnava a non fare una brutta copia di ratatouille ..il risultato non sarebbe stato mediocre...purtroppo, come tutte le persone che copiono...non ci è riuscito!!!


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lunedì 7 gennaio 2013

Vacanze a Londra di fine anno 2012

Dopo l'ennesimo intervento  medico di Giorgio, questo 2012 finisce sulle sponde del Tamigi. Anche questo dicembre 2012 l'abbiamo passato fra ospedali..interventi , ma per la pace e la serenità di 5 fanciulli, tutto si maschera e tutto passa.
Ora ci prepariamo a Parigi, perchè negli ultimi 5 anni ogni mese a febbraio succede qualcosa..ad iniziare dal mio  cancro allo stomaco.. per finire con il coma di Giorgio ( e poi c'è l'imbecillità delle persone che per prendermi in giro mi raffigurano grassa e mi dicono Ti vedo gonfia ..dire grassa è vergognoso... che provino loro a prendere 15 pastiglie al giorno per non morire!! giorgio nei mesi di  febbraio alternati ha fatto il 1° e il 2° ictus..a febbraio è morto mio zio.. e sempre a febbraio è morto mio padre )..e tutto questo neglio ultimi 4 anni.... e rimarco sempre e solo a febbraio .

Quello che mi è mancato di Londra? La cabina del telefono....




Ce ne sono pochissime per la città, forse nei paesini ancora se ne trovano...

Londra rimane una di quelle città un po' misteriose .

Uno dei quartieri miei preferiti è Portobello Road



E' un mercatino magico mescolato con vintage, modernariato, etnico..se cercate qualcosa qua lo trovate.

 Un caffè da Charlies non deve mancare..




Come in tutte la grandi città, la ruota panoramica non manca ...viene chiamata London Eye.. un po' cara 13,50 euro a persona..ma merita





Che dire poi della Cattedrale di Saint Paul? Arte allo stato puro! Anche in questo caso si paga per entrare ...circa 10 euro a persona!!!!




Davanti poi alla maestosità dell' Abbazia di WESTIMINSTER si rimane senza parole ..Pensavo che la Cattedrale di San Vito a Praga forse maestosa, ma anche questa non scherza.





Due cose da visitare per Londra...La casuccia della Siora Elisabetta.... e il parco meraviglioso di St. James Park. Un luogo incantato dove l'uomo si è unito alla natura in un modo osmotico..un luogo dove riflettere sulla propria vita.



p.s.
 Quando uscite da St. James Park e vi scontrate la casetta della siora Elisabetta, cercate di essere in quelle zone verso le 11...potrete assistere al cambio della guardia...

Il magico pulman tipico londinese....









                                                             Londra vista da Saint Paul


Una renna natalizia..in visione notturna




Harrods.... sempre affascinante...un consiglio chic? per strabiliare una persona..andate a Bergamo prendete il primo aereo per Londra al mattino...shopping da Harrods..e alle ore 20 siete di nuovo seduti nel vostro salotto di casa......




                                                                        Magie di fine anno




                                                          Insegne e illuminazioni Natalizie

domenica 6 gennaio 2013

Mangia e Bevi..oggi ultimo giorno di baldoria


Oggi a casa, per salutare la Befana, si svolge il tradizionale ultimo pranzo delle feste di Natale.

E' un pranzo allegro, dove gli schiamazzi dei bambini sono concessi più del solito, dove, un bicchiere di vino si sorseggia in modo più spensierato.

Saremo in 9 ...poche ma ottime persone di compagnia.

Sul blog dell'hosteria dei golosi inserirò tutte le ricette.
A Natale gli splendidi  fratelli Cosmo dell'azienda Bellenda mi hanno omaggiato tramite Massimo, di un Magnum di SC ....sanno che fra tutti i loro splendidi vini è quello che preferisco ... sboccatura 2008.... Ebbene, oggi è arrivato il momento di DEGUSTARLO.


Già ieri sera lo abbiamo messo a temperatura controllata ...... sarà memorabile

Poi visto che il menù è abbastanza gogliardico ..tutto a base di tartufo.... si andrà di vino rosso....

Sempre per stare in tema di non farci mancare nulla...... oggi degusteremo il cabernet sauvignon di Marina Cevetic


e per concludere in gran bellezza cioccolato ...biscotti di cioccolato e castagne.... il nostro dolce della tradizione friulana ..la Gubana..il tutto accompagnato dal Torcolato di Maculan...Magia ..magia..




sabato 5 gennaio 2013

Accendere una candela per non far morire la speranza



Questa giornata è iniziata con la brutta notizia letta sul'Ansa, relativa all'aereo scomparso in Venezuela con a bordo dei nostri connazionali.

Invonlontariamente in famiglia ne siamo coinvolti. Una delle nostre più Care Amiche, è prima cugina con Ottavio Missoni quindi anche con Vittorio.

Non ci sono parole, non ci sono commenti..... L'unica cosa è sperare che tutti quanti stiano bene in qualche parte sperduta del Venezuela o ovunque siano.....

Dai ragazzi tenete duro ...



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 Se andiamo a vedere su wikipedia il significato di Befana, possiamo vedere questa vecchietta con occhi diversi.

In tutte le regioni d'Italia, c'è la befana. Io Friuli, ma anche la signora Maria di  Lampedusa, festeggia questa notte la befana.
Secondo la tradizione italiana la Befana, raffigurata come una donna anziana che vola su una scopa, fa visita ai bambini nella notte tra il 5 e il 6 gennaio  per riempire le calze lasciate da essi appositamente appese sul camino o vicino a una finestra...( noi le appendiamo in giro per le sedie)... Inoltre, in molte case, per attirare benevolmente la befana, è tradizione lasciare un piattino con qualcosa con cui possa ristorarsi: generalmente si tratta di un mandarino, un'acciuga, un pezzo di aringa affumicata o qualche cipollina sotto aceto e un bicchiere di vino rosso. ( in casa nostra si lascia una teiera piena di the caldo...volare nel cielo a cavallo di una scopa fa freddo) Nel caso i bambini siano stati buoni, il contenuto delle calze sarà composto da caramelle e cioccolatini, caramelle alla frutta, mandarini, noci, frutta secca e piccoli regali, in caso contrario conterranno carbone (oggi si usa un preparato in zucchero colorato di nero a forma di carbone e molto duro da masticare). Spesso la befana viene descritta come una vecchia, che vola su una scopa e ha una borsa o un sacco pieno di ogni squisitezza, regali per i bambini meritevoli, ma anche di carbone per i bambini che non sono stati buoni durante l'anno.
La figura della Befana risale già nel 1500..... quindi possiamo proprio die cari bambini che questa signora è oramai una nonna ...un po' vecchiotta!!!!

Ma voi tutti conoscete la storia della befana?
Tanto tempo fa, in un paese lontano lontano, viveva una vecchina. Era così vecchia che pochissimi la ricordavano giovane. E quelli che potevano farlo, ricordavano una bella donna piena di vita e di amore per il prossimo. Era una vedova. Suo marito era stato un giocattolaio. Assieme, avevano vissuto tanti anni felici, seppur mai benedetti da un figlio. Obbedienti alla volontà di Dio, avevano accettato questa loro condizione e si erano dedicati anima e corpo a preparare bamboline di stracci, cavallini a dondolo, pupazzetti di animali… insomma tutti i giocattoli che potevano fare con le loro mani. In fondo, se non potevano avere un figlio tutto loro, avrebbero così potuto rendere felici i bambini degli altri!
Poi, putroppo, il giocattolaio morì e la donna rimase sola. Passarono gli anni, e lei, intristita dalla vita e sempre povera, smise di fare giocattoli. Quelli che erano rimasti, rimasero nella soffitta della sua casetta. Per vivere, coltivava un piccolo orticello, ultimo ricordo vivo del suo marito scomparso: aveva lui stesso piantato gli alberi di mandarini che profumavano l’aria attorno alla sua casetta.
I pochi che la conoscevano, perchè ormai la vecchina non voleva vedere più nessuno, la chiamavano Befana. All’epoca, credo, non era un termine offensivo. O, se lo era, la vecchina non gli dava peso.
Ora, una notte fredda d’inverno, la vecchina stava riassettando la sua piccola casa e spazzando il suo pavimento. Fuori scendeva una fitta neve, cosa che era abbastanza rara in quel paese, e il fuocherello che ardeva nel focolare bastava a stento a scaldare la casina, quando si udì bussare alla porta. Chi poteva mettersi in cammino in una notte così gelata?
La vecchina andò ad aprire e, che meraviglia! Davanti a lei c’era una piccola comitiva di persone.
- Perdonaci, vecchia – disse quello che sembrava il capo della comitiva, un uomo anziano con una folta barba bianca che ispirava profondo rispetto – che città è questa? -
- Oh, signori – balbettò la vecchina, intimidita – questa città ha tanti nomi, è una città di frontiera… ma voi siete gelati! Entrate, entrate a scaldarvi! -
Ringraziando con profonda cortesia, tre uomini di quella comitiva entrarono in casa.
La vecchina li scrutò, per cercare di capire che tipi erano, e perchè erano in cammino in una notte tanto fredda.
Uno di loro era un ragazzo. Non doveva aver visto ancora venticinque inverni. Aveva una barba corta, castana come i suoi capelli, e gli occhi azzurri, pieni di speranza. Il suo vestito era di porpora fine.
Il secondo era un uomo alto e robusto, dalle spalle larghe e dal torace possente. Era un moro dalla pelle color dell’ebano, con le labbra grandi e gli occhi neri e profondi, e portava i capelli lunghi, sciolti sulle spalle. Legato al collo, aveva un grande diadema d’oro, e alla sua destra pendeva una spada. Eppure, i suoi occhi erano pieni di un grande ardore di bontà.
Il terzo, invece, era l’uomo che aveva parlato per primo. Un uomo anziano, forse addirittura coetaneo della vecchina. Da come muoveva il capo, quasi tremante, la vecchina si accorse che doveva essere ormai quasi cieco. Quest’ultimo aveva un vestito tutto arabescato, con disegni di lune e stelle d’oro ricamate sulla stoffa.
Il moro si era voltato verso il resto della comitiva, dicendo loro di aspettare un po’. La vecchina potè scorgere una mezza dozzina di uomini, intenti a trattenere i cammelli carichi di masserizie, una fanciulla dalla pelle scura e dagli occhi ambrati (forse è la figlia del moro, pensò la vecchina) e un bambino di non più di otto anni.
Ma perchè tutte quelle persone erano in cammino?
- Perdonaci, vecchina – iniziò a parlare il moro, e la sua voce era profonda – il mio nome è Balthasar. Noi siamo in viaggio da tanto tempo. Stiamo andando a rendere omaggio al Divino Bambino, il Re di Luce -
- Ah, davvero? – balbettò la vecchina, intimidita da quel linguaggio così solenne.
- Sì – disse l’altro uomo, quello anziano – è apparso un segno nei cieli. Un segno così grande e portentoso che persino i miei vecchi occhi hanno potuto vederlo. La Stella ci ha indicato dove trovare il Divino Bambino -
La vecchina li guardò un po’ stupita. Lei non aveva visto alcun segno nel cielo, ma quegli uomini sembravano degni di fiducia.
- E dove… dove è, questo Bambino? – balbettò la vecchina.
- La Stella ci ha indicato la via. E’ Betlemme il luogo dove è nato – disse il ragazzo.
- Betlemme? – esclamò la vecchina – è parecchio lontana da qui! Almeno un giorno di cammino, verso Ponente. Non potete procedere in una notte così fredda! Perchè non vi fermate qui, per la notte? -
L’uomo che si chiamava Balthasar fisso l’anziano con tenerezza:
- Che ne pensi, venerabile Melchiot? – disse – la vecchina ha ragione, potremmo fermarci… -
- No! – esclamò il giovane – non possiamo perdere altro tempo! Ora che siamo così vicini, dobbiamo arrivare prima possibile! -
- Gaspar, non pensare solo a te stesso – rispose Balthasar – tutti noi vogliamo raggiungere il Divino Bambino, ma Melchiot è stanco -
- No, non temete – li interruppe l’uomo chiamato Melchiot – proseguiremo stanotte –
Fu a quel punto che Gaspar guardò la vecchina e disse:
- Vecchina, perchè non vieni con noi? Vieni anche tu a vedere il Divino Bambino! -
- Io? – balbettò la vecchina.
- Sì, tu – proseguì Gaspar, emozionato – il Divino Bambino sarà il Re di Luce, il Re di Pace, il Re d’Amore! Vincerà la Morte e salverà tutto il mondo dal Male! –
La vecchina, imbarazzata da tutte quelle parole, scosse il capo:
- Ma… io… ho da rassettare casa! E poi, è così freddo stanotte… -
I tre uomini la guardarono con affetto e compassione.
- Ecco, magari – disse la vecchina, aggiustandosi il povero vestito – potrei raggiungervi domani! Cioè, quando avrò finito di rassettare casa… verrò anch’io… -
I tre uomini sorrisero.
- Come vuoi, vecchina – disse Balthasar – ora concedici di ripartire -
Salutandola, i tre uomini uscirono dalla casetta.
Malgrado facesse molto freddo e la neve turbinasse più forte di prima, la vecchina rimase a lungo a guardare la piccola carovana che si allontavana.
Dovevano essere ricchi, quegli uomini… forse addirittura dei re…
Chiusa la porta, la casa le parve più fredda. Il rumore della saggina della scopa che strusciava sul pavimento le parve riecheggiare nelle pareti stesse della casa.
Certo, uomini tanto ricchi e nobili di sembianza non si sarebbero mossi senza un motivo, pensava!
Forse è vero, forse è nato davvero il Divino Bambino! E tutte quelle masserizie che quegli uomini si portavano appresso erano doni per lui!
La vecchina si sedette e cominciò a pensare. Forse, aveva sbagliato a non andare con loro…
Il Divino Bambino sconfiggerà la morte, aveva detto Gaspar…
E se fosse vero? Si chiese la vecchina. Se fosse vero, il mio povero marito sarebbe qui con me, questa notte… una lacrima le solcò la guancia.
Che stupida era stata a non seguirli! Ma forse era ancora in tempo per raggiungerli…
Però, però… si fermò di nuovo. Quegli uomini avevano con loro tanti ricchi doni per il Divino Bambino… e lei, una poveretta… che mai poteva portargli?
Un sorriso si dipinse sul suo volto: ma certo! Nella soffitta c’erano ancora dei giocattoli: in fondo, un bambino è sempre un bambino, pensava. Potrebbero piacergli dei giocattoli.
Così, con tutta la rapidità che le consentivano le sue vecchie gambe, salì in soffitta. Raccolse uno per uno tutti i giocattoli e li mise in un gran sacco. Sospirò di tenerezza a pensare con quanto amore lei e suo marito li avevano preparati. Chissà come sarebbe stato orgoglioso, lui, di sapere che ora i suoi giocattoli sarebbero andati tra le mani del Divino Bambino!
Prima di uscire, mise nel sacco dei giocattoli dei mandarini e delle nocciole che aveva raccolto nel suo giardino giorni prima. Magari, pensava, questo Bambino non è un neonato, ma è già grandicello e può gradire qualche dolcetto…
Poi, si caricò il sacco sulle spalle e prese la sua scopa, per farsi strada nella neve.
Le orme della carovana erano state ormai quasi del tutto cancellate, ma la vecchina era tutta emozionata e non ci badò.
Il vento fischiava e la vecchina si strinse nel suo lungo scialle, facendosi largo tra la neve…
Ma era vecchia, stanca… la notte era scura, e il vento copriva le voci… non trovò la carovana. Affranta e sfinita, si sedette sotto un grande albero.
Piangeva. Non solo non avrebbe mai visto il Divino Bambino, ma sarebbe anche morta di freddo.
Si strinse le braccia al petto e aspettò.
Quando ecco… una luce! Fortissima!
E un tepore dentro il cuore, e tutto attorno a lei la neve si sciolse, e apparvero dei fiorellini.
Nella luce immensa che splendeva davanti a lei, la vecchina vide un bambino bellissimo che le sorrideva.
"Non temere, vecchina" disse una voce dolce e affettuosa, bella come una voce in sogno "tu mi hai cercato, è cercarmi è già trovarmi".
La vecchina piangeva di gioia e di emozione.
Il bambino di luce allungò una mano e prese dal sacco un piccolo giocattolo, un uccellino di legno.
"E’ un regalo bellissimo" disse sorridendo. E immediatamente l’uccellino diventò vero, un vero uccellino con le piume e il codino, che prese a cantare gioioso.
"Gli altri doni" proseguì il bambino "li darai a tutti gli altri bambini buoni del mondo".
Poi, la luce si spense e tutto tornò come prima.
La vecchina si appoggiò alla scopa, tremante per l’emozione e… oh, meraviglia!
La scopa era diventata leggera leggera… tanto leggera che si alzò in aria! E la vecchina, a cavalcioni della scopa, prese a volare sopra la neve e sopra gli alberi…
La vecchina era emozionatissima, il cuore le batteva nel petto all’impazzata. Poi, sentì un frullar d’ali… e sulla sua spalla si posò un uccellino, lo stesso uccellino che il Bambino aveva scelto come regalo.
CIP! Fece l’uccellino, e la vecchina capì che aveva ricevuto un miracolo.
La scopa si fermò proprio vicino ad una casetta del paese. La vecchina scese dalla scopa e si avvicinò. La porta si aprì senza far rumore, da sola, e la vecchina entrò. Dentro quella casetta c’erano due bambini addormentati.
La vecchina lasciò nelle loro calze appese qualche giocattolo, qualche mandarino e qualche nocciola.
I bambini si svegliarono. Li conosceva, li aveva visti tante volte. Sorrisero. Anche lei sorrise e fece cenno di non svegliare i loro genitori.
Poi uscì, e andò in un’altra casa, e in un’altra ancora…
I bambini la riconobbero: era la Befana, la vecchina dei giocattoli!
E da allora, ogni anno, la Befana porta dolcetti e giocattoli a tutti i bambini buoni!


Buona befana a tutti!!!! e con la befana tutte le feste se le porta via!!!!!!!!

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