sabato 21 gennaio 2012

continua ...scuola di cucina 3

Il Medioevo
Partiamo col dire che il IV secolo d.C. fu l’epoca delle grandi invasioni barbariche dove numerose tribù nomadi calarono nell’area mediterranea. Questo portò a modificare anche il modo di mangiare. Scomparvero le coltivazioni di vite e di ulivo e quelle cerealicole. Gli abitanti delle città dell’Impero romano impauriti per i saccheggi fuggirono nelle campagne e tutta l’economia subì una rapida involuzione. Scomparve quasi completamente la moneta e tornò il baratto. Sparirono le spezie, le salse e conseguentemente anche la figura del cuoco essendoci a disposizione pochissime varietà di prodotti. Gli unici veri posti dove era ancora possibile trovare coltivazioni agricole erano i monasteri e le abbazie dove i contadini potevano svolgere il loro lavoro con tranquillità.
Vennero poi gli arabi intorno al 700 che portarono alcune novità nel campo alimentare: dall’oriente furono introdotti lo zucchero, il riso e molte varietà di agrumi, la palma e molte varietà di spezie scomparse dopo la caduta dell’Impero Romano.
Dopo l’anno 1000 si ebbe in tutta Europa un vero risveglio dell’agricoltura. Si introdusse la rotazione delle colture che consentì di sfruttare in modo più razionale i terreni ottenendo così una produzione migliore e diversificata di vegetali. Cominciò a diffondersi in modo massiccio l’utilizzo delle uova sia come piatto in sé che come legante, addensante, per insaporire ecc…un altro alimento che comparve nel medioevo fu il burro: si cominciarono a produrre diversi tipi di burro da quello salato, aromatizzato, così pure come diverse tipologie di formaggi alcuni dei quali ancora oggi molto apprezzati come i formaggi freschi francesi, il “parmesan” padano, il groviera svizzero e i formaggi fusi olandesi. Il formaggio si usava nella produzione pasticciera veniva consumato arrostito, alla griglia e insaporito con zucchero e cannella, oppure fuso spalmato su crostini di pane condito con zucchero e spezie.
In questo periodo aumentò in maniera preponderante il consumo della carne di maiale rispetto a quella di manzo. Il motivo principale era da attribuirsi al fatto che la carne di manzo non poteva essere conservata a lungo con il metodo della salatura al contrario quella di maiale veniva conservata in vari modi dando origine alla preparazione dei salumi, prosciutti, salsicce.
La dieta delle popolazioni del Nord Europa era invece più ricca di pesce, soprattutto di aringhe e, a proposito, proprio in Olanda si scoprì il sistema per conservarle a lungo tramite la salagione e l’affumicatura. Migliorarono notevolmente in Francia, in Italia e in Spagna le tecniche enologiche che attraverso l’uso di botti di legno affinarono decisamente il sapore del vino e la sua conservazione.
In conclusione le invasioni barbariche prima e il ripartizione politica dell’Italia poi, non fecero altro che accentuare le notevoli differenze culturali e politiche delle diverse regioni nelle quali si svilupparono progressivamente usi e tradizioni gastronomiche molto differenti tra loro. Nacquero così le prime forme di cucina regionale.

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