venerdì 20 gennaio 2012

Storia della cucina......

Carissimi  amici non prendetemi per pazza, beh un po’ lo sono... chi mi conosce  lo può confermare..., ma, avrei deciso di raccontarvi , a mio modo, la storia della cucina Nel lontano 1992 ho trattato questo argomento per un esame all'università, e ne sono rimasta folgorata... Ok non rompo più... altrimenti mi mandate a quel paese.. ciao e buona lettura.

La preistoria
La ricerca del cibo ha caratterizzato l’evoluzione della specie umana assieme alla scoperta del fuoco e del suo utilizzo. Il fuoco dunque ha rappresentato un passaggio importante per l’uomo. Si può dire che prima non si poteva parlare non solo di civiltà umana, ma forse neanche d’umanità. Con il fuoco, l’uomo ha potuto cuocere i cibi, scaldarsi, difendersi dagli animali, rischiarare la notte.
Di vera e propria pratica gastronomica si può cominciare a parlare con l’arrivo del Neolitico, il periodo che va dal 5000 al 4000 a.C. L’uomo attraverso l’addomesticamento degli animali e la scoperta dell’agricoltura, giunse a un’economia e produzione del cibo passando da una vita nomade a una forma di vita stanziale. Nacquero l’agricoltura e l’allevamento del bestiame, portando così alla comparsa dei latticini e dei cereali, come l’avena, l’orzo, miglio, farro e frumento.
Attraverso la frantumazione dei cereali iniziò la preparazione di primitive focacce cotte su pietre riscaldate. La scoperta della terracotta poi consentì la costruzione dei primi contenitori in grado di resistere alla fiamma viva. Il passaggio poi alla cottura di alimenti nell’acqua fu veloce, da qui la nascita delle prime “zuppe”, brodi a base di cereali, carni, legumi ecc…
 Le civiltà antiche
Il clima favorevole e la possibilità di dare vita a scambi commerciali fece comparire sulle sponde del mediterraneo le prime civiltà. La prima fu quella egiziana, seguirono poi la civiltà ellenica quindi quella romana.
La cucina degli Egizi
Gran parte delle informazioni concernenti la dieta degli antichi egizi proviene dalle tombe. Qui sono raffigurate le cosiddette "liste delle offerte", in cui vengono elencati tutti gli oggetti di cui il defunto aveva bisogno nel mondo ultraterreno. Possiamo dire che la civiltà egiziana dal 3000 a.C. fino al periodo successivo alla nascita dell’età romana ha creato una complessa evoluzione gastronomica. Gli antichi egizi furono un cucina ricercata e ricca di sapori. Le carni erano considerate cibo per i ricchi e venivano cotte essenzialmente alla brace o su spiedi gli ortaggi e i legumi venivano preparati sotto forma di puree insaporiti da erbe e semi aromatici. Il condimento era lo stesso grasso animale. Altro ruolo veniva dato ai pesci e alle verdure, che erano per lo più destinati ai contadini. La cucina era molto importante, tanto da consacrare la gastronomia dedicandole una dea: Adefagèa. Per diventare cuoco bisognava frequentare due anni di scuola. Nella Grecia antica si praticò molto la pastorizia e fin da epoche remote si conosceva la tecnica di produzione del formaggio,in special modo quello di capra, che veniva anche fatto stagionare. Parlando poi di bevande è stato scoperto che la preparazione di liquidi alcolici per fermentazione di mosti veniva preparata fin da tempi lontanissimi. Uno dei liquori più antico fu senz’altro l’idromele, ottenuto dalla fermentazione del miele mescolato all’acqua. Parlando poi della coltivazione della vite, c’è da dire che era praticata nell’isola di Creta intorno al 2000 a.C., dove venivano prodotti dei vini che raggiungevano anche i 18°. Normalmente venivano allungati con acqua e alle volte aromatizzati con erbe o profumi. Il vino puro veniva utilizzato al mattino come prima colazione dove veniva inzuppato il pane. Mi immagino che andassero tutti al lavoro contenti come una pasqua. Piccola divagazione, ma da dove deriva Pasqua? è termine ebraico (pesah), che significa "passaggio": come tutti sanno, originariamente designava il passaggio del Mar Rosso da parte degli Ebrei, argomento trattato nel libro della Bibbia chiamato "Esodo" (dal greco exodos cioè "uscita", con riferimento all'uscita dall'Egitto, la fine della schiavitù o, meglio, della "cattività"). In greco, visto che parliamo della Grecia, pascha è attestato per la prima volta nei Settanta, cioè nella più autorevole traduzione greca antica della Bibbia, e si ritrova in tutti e quattro i Vangeli (si veda in particolare, Luca, 22, 14-16: e quando giunse l'ora, si riunì con gli Apostoli e disse loro: "Ho desiderato grandemente di mangiare questa Pasqua con voi, prima di soffrire; vi dico infatti che non la mangerò più, finché essa non sia compiuta nel Regno di Dio): è lì che ovviamente il termine acquista l'odierna significazione cristiana. Nel linguaggio popolare, poi, "Pasqua" è diventata sinonimo di "gioia, festa grande". Ma torniamo a bomba. La diversificazione delle portate e la maggiore disponibilità degli alimenti nell’età classica ci permettono di parlare di nascita di una vera e propria arte gastronomica. Cuochi professionisti venivano ingaggiati da ricchi committenti. Le ricette realizzate in quell’epoca erano composte per lo più a base di pesce o cacciagione.
popolo ricco di cibo, questo soprattutto grazie al Nilo, la cui acqua invadeva la pianura circostante ogni estate a causa delle abbondanti piogge e poi, lentamente, si ritirava, lasciando un terriccio fangoso detto limo assai fertile, consentendo così la coltivazione di molte varietà di piante e l’allevamento di diversi tipi di bestiame.
Nella valle del Nilo il faraone emanava ogni anno un ordine di semina valido per tutto l’Egitto. Ricevuto quest’ordine, e non prima, gli agricoltori seminavano i campi con: fave, lenticchie, farro, cipolla, porri, cetrioli, meloni, vari tipi d’insalate, fichi, melograni e mele. Ciascuno riceveva anche un programma dettagliato, nel quale era indicata la quantità e la qualità di raccolto che era tenuto a produrre sul terreno affidatogli. Era indicata inoltre la parte del raccolto che si doveva consegnare ai magazzini reali sparsi per tutto il Paese.
Intorno al 1000 a.C. in Egitto si imparò a setacciare la farina di frumento ottenendo in questo modo sfarinati più raffinati con il quale si produceva del pane bianco destinato alle classi più abbienti.
In merito alle carni, le classi ricche erano le uniche che si potevano permettere il consumo delle carni bovine e ovine, le quali venivano per lo più arrostite. Mentre i suini, benché allevati, non venivano macellati per il consumo umano.
Il popolo si cibava di pollame ( anatre, oche, galline, quaglie) e una delle tecniche di conservazione utilizzate per le carni era il sale, sale minerale, l’estrazione di quello marino era vietata perché considerato impuro, poiché proveniva dal regno di Seth, dio del male. Come dolcificante principale veniva utilizzato il miele. Gli egizi cucinavano con carbone dolce e legna. Le cucine consistevano in piccoli fornelli mobili di terracotta, di forma cilindrica, aperti in alto e con una porticina nella parte inferiore. I poveri utilizzavano marmitte, poste su tre pietre; erano di terracotta, così come le casseruole. Per quanto riguarda i pasti gli egizi ne facevano due al giorno, uno all'alba e l’altro verso sera. Mangiavano inginocchiati davanti a un tavolo basso e rotondo, in piatti comuni, con le mani. I banchetti dei nobili erano invece assai sontuosi e preparati con cura.
Poi a proposito del bere c’è da dire che gli egizi erano forti consumatori di birra ottenuta dalla fermentazione dell’orzo, del farro, o dei datteri.
Anche il vino era conosciuto, all’epoca veniva preparato fermentando il mosto d’uva, di miele o di fichi.
I Greci
La civiltà greca ebbe la sua origine a Creta intorno al 2500 a.C. e continuò fino all’età ellenica classica che coincise con la conquista romana nel II secolo a.C. Durante questo periodo le abitudini alimentari dei popoli dell’Egeo si modificarono profondamente, passando da una dieta povera ed essenziale trasformandosi poi in
cucina ricercata e ricca di sapori. Le carni erano considerate cibo per i ricchi e venivano cotte essenzialmente alla brace o su spiedi gli ortaggi e i legumi venivano preparati sotto forma di puree insaporiti da erbe e semi aromatici. Il condimento era lo stesso grasso animale. Altro ruolo veniva dato ai pesci e alle verdure, che erano per lo più destinati ai contadini. La cucina era molto importante, tanto da consacrare la gastronomia dedicandole una dea: Adefagèa. Per diventare cuoco bisognava frequentare due anni di scuola. Nella Grecia antica si praticò molto la pastorizia e fin da epoche remote si conosceva la tecnica di produzione del formaggio,in special modo quello di capra, che veniva anche fatto stagionare. Parlando poi di bevande è stato scoperto che la preparazione di liquidi alcolici per fermentazione di mosti veniva preparata fin da tempi lontanissimi. Uno dei liquori più antico fu senz’altro l’idromele, ottenuto dalla fermentazione del miele mescolato all’acqua. Parlando poi della coltivazione della vite, c’è da dire che era praticata nell’isola di Creta intorno al 2000 a.C., dove venivano prodotti dei vini che raggiungevano anche i 18°. Normalmente venivano allungati con acqua e alle volte aromatizzati con erbe o profumi. Il vino puro veniva utilizzato al mattino come prima colazione dove veniva inzuppato il pane. Mi immagino che andassero tutti al lavoro contenti come una pasqua. Piccola divagazione, ma da dove deriva Pasqua? è termine ebraico (pesah), che significa "passaggio": come tutti sanno, originariamente designava il passaggio del Mar Rosso da parte degli Ebrei, argomento trattato nel libro della Bibbia chiamato "Esodo" (dal greco exodos cioè "uscita", con riferimento all'uscita dall'Egitto, la fine della schiavitù o, meglio, della "cattività"). In greco, visto che parliamo della Grecia, pascha è attestato per la prima volta nei Settanta, cioè nella più autorevole traduzione greca antica della Bibbia, e si ritrova in tutti e quattro i Vangeli (si veda in particolare, Luca, 22, 14-16: e quando giunse l'ora, si riunì con gli Apostoli e disse loro: "Ho desiderato grandemente di mangiare questa Pasqua con voi, prima di soffrire; vi dico infatti che non la mangerò più, finché essa non sia compiuta nel Regno di Dio): è lì che ovviamente il termine acquista l'odierna significazione cristiana. Nel linguaggio popolare, poi, "Pasqua" è diventata sinonimo di "gioia, festa grande". Ma torniamo a bomba. La diversificazione delle portate e la maggiore disponibilità degli alimenti nell’età classica ci permettono di parlare di nascita di una vera e propria arte gastronomica. Cuochi professionisti venivano ingaggiati da ricchi committenti. Le ricette realizzate in quell’epoca erano composte per lo più a base di pesce o cacciagione.



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