lunedì 23 gennaio 2012

L’umanesimo e il rinascimento..lezione 4

Siamo tra il 1300 e il 1500. Questo periodo si caratterizzò soprattutto per una notevole trasformazione della cultura europea in particolare di quella italiana. È un periodo questo dove lo splendore, la perfezione, la magnificenza il senso edonistico si svilupparono coinvolgendo anche l’aspetto gastronomico. Pur non avvenendo grandi rivoluzioni in ambito culinario, gli usi alimentari furono caratterizzati nella ricerca del nuovo e dello sfarzoso. Vennero pubblicati dei libri e trattati di buone maniere come il Galateo dell’Arcivescovo Giovanni Della Casa nel quale si codificava il corretto comportamento da rispettare quando si mangia. Sulla tavola comparvero per la prima volta il bicchiere individuale, la forchetta, gli stuzzicadenti, il tovagliolo e vennero inventati molti utensili per usi culinari come le rotelle tagliapasta, i setacci e gli spremiagrumi.
Fino alla metà del 1500 in Italia avvenne una notevole innovazione gastronomica questo grazie al fiorire di una nutrita pubblicazione di opere scritte da grandi cuochi come Maestro Martino, Cristofaro da Messibugo e Bartolomeo Scappi. Nacque una vera e propria gerarchia di specialisti del servizio il preludio della più moderna brigata di cucina.
Il matrimonio di Caterina de Medici con il futuro re di Francia Enrico II spostò il centro dell’attività gastronomica da Firenze a Parigi. La nuova regina portò con sé un gruppo di cucinieri, pasticceri, e altri professionisti che trovarono in Francia il terreno più fertile per far diventare “grande” la cucina francese del Seicento e del Settecento. Dal punto di vista culinario non si ebbero grandi novità: si inventarono preparazioni simili alla pasta sfoglia attuale, si importarono dalle Americhe il fagiolo, la patata, il cacao, il mais e il peperone, anche se non ebbero subito una grande diffusione bensì vennero sfoggiati dalla borghesia durante i sontuosi banchetti.

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